Ora vi raccontiamo una storia vera.
Un giorno, il nostro compagno Nicolò, ha trovato un gattino abbandonato.
Stava giocando quando ha sentito un rumore dietro una siepe ed è andato a vedere.
Ha trovato un batuffolo nero con una macchia bianca sul petto: non riusciva a camminare e stava appena sul palmo della mano.
Nicolò l’ha subito portato a casa, ma i suoi gli hanno detto che non potevano tenerlo poiché avevano già un cane e la casa era troppo piccola.
Nicolò era riuscito a convincerli a tenere il gattino fino a quando gli avrebbero trovato un nuovo padrone.
Giorno dopo giorno il cucciolo cresceva e giocava proprio come un bambino.
Era ghiotto di patè.
Nicolò lo chiamò Galileo: un nome insolito per un gatto! Aveva una passione per penne, colori e libri e quando Nicolò tornava da scuola si infilava nel suo zaino.
Con i suoi risparmi Nicolò andò a comprare un cesto e due ciotole: una per il cibo e una per l’acqua.
I giorni passavano ma non avevano trovato un padrone per il gattino, quindi Galileo rimase ancora in famiglia.
Si era ambientato e conosceva a perfezione ogni angolo della casa.
Un giorno una vicina chiese se poteva adottarlo.
Nicolò nel sentire queste parole si sentì mancare il fiato: stava per perdere il suo amico, ma la mamma disse alla vicina che tutti si erano affezionati a lui e che avevano deciso di tenerlo.
Nicolò non riusciva a credere alle sue orecchie: la mamma aveva cambiato idea e Galileo poteva restare!
Intanto Galileo era cresciuto: il suo pelo era diventato folto e lucido e i suoi occhi erano dolci e astuti. Era diventato anche birichino e combinava qualche guaio.
Amava la musica, guardava la TV sul divano e dormiva sul letto di Nicolò.
Aveva fatto amicizia con il cane e gli faceva compagnia quando i padroni erano fuori, facendo il gatto “ da guardia “.
Così si conclude la nostra storia: Galileo gatto nero ha trovato una famiglia e Nicolò è il suo più grande amico.
Una storia di abbandono si è conclusa con un lieto fine.